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Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni.

15 giugno 2015

BLOGTOUR: "L'ultima volta che ti ho detto addio" di Cynthia Hand


"Suonerà anche scontato, suppongo, ma non si sa mai quando sarà l'ultima volta che abbracci qualcuno, che lo baci, che lo saluti."

Titolo: L'ultima volta che ti ho detto addio
Autore: Cynthia Hand
Editore: Harlequin Mondadori
Uscita: 16 giugno
Formato: 14 x 21 cm
ISBN: 9788869050206
Prezzo: € 14,90
Trama: Lexie Rigs è un genio della matematica. Tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello, da poco scomparso, non riesce a confidarsi con nessuno. Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia ancora con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci. Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone di fronte a quell'assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere reale per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di farlo. 





L'AUTRICE
Autrice americana di successo, laureata in scrittura creativa, insegna a sua volta questa disciplina all'università di Pepperdine nella California del Sud. È entrata nella classifica del New York Times grazie alla trilogia Unearthly. Online la trovate su www.cynthiahandbooks.com e su Twitter @CynthiaHand. 

“Un tema difficile e doloroso – il suicidio di un adolescente – trattato con incredibile delicatezza e profondità”  Voice of Youth Advocates  

“Un romanzo che riecheggia nel cuore anche molto dopo averlo terminato. Un racconto doloroso dal quale scaturisce un raggio di speranza.” Booklist 


DAL ROMANZO ALLA VITA REALE: PERCHÉ PARLARE DEL TEMA DEL SUICIDIO
Una delle ragioni per cui possiamo appassionarci al genere Young Adult è che non rifugge dalle tematiche difficili, raccontandole dal punto di vista di un adolescente. Questo accade anche nel romanzo di Cynthia Hand, L’ultima volta che ti ho detto addio.  
Ecco come l’autrice racconta la trama del suo libro e alcuni episodi della sua vita personale.  

"Al liceo, una compagna di classe mi confidò di aver pensato al suicidio, raccontandomi come avrebbe fatto se solo avesse avuto il coraggio di compiere quel gesto, se non avesse avuto paura del dolore. In quel momento non le dissi nulla, non raccontai ad altri di quanto lei stesse soffrendo e avesse bisogno d’aiuto. 
Ora, a molti anni di distanza, vorrei solo prendere quella me-adolescente e scuoterla, farle capire che il silenzio è la peggior reazione.  
Ma perché ho reagito in quel modo? Ci sono molte ragioni:   
• non ho preso veramente sul serio le sue parole. Questo perché a volte pensato la stessa cosa, ma in modo totalmente astratto. Cosa sarebbe successo se a un certo punto avessi smesso di esistere. Ho pensato che fosse così anche per lei, ma in realtà questa persona aveva davvero bisogno del mio aiuto.  
• nonostante tutto, per me in quel momento il tema del suicidio era qualcosa che avevo visto solo nei film, qualcosa di estraneo alla vita reale. Una scena in un film dell’orrore o il gesto eroico di un personaggio letterario.  
• non volevo mettere in difficoltà la mia amica. Già pensavo ai colloqui con la famiglia, le terapie, 
l’imbarazzo… volevo evitare tutto questo.  
Così ho scelto il silenzio. Fortunatamente, oggi la mia amica è in buona salute, ha una bella vita, quel 
pensiero non la tocca più. Lo stesso non accaduto con mio fratello più piccolo, si è ucciso quando ancora era al liceo. Nessuno è riuscito a comprenderne il motivo.  
Ecco perché ho scritto L’ultima volta che ti ho detto addio, perché bisogna parlare di queste cose, del 
dolore, non bisogna sentirsi soli. È stato doloroso, ma volevo che fosse un romanzo utile, ecco cosa mi ha spinto a continuare.  
Era arrivato il momento di rompere quel silenzio."

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